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Centro di ricerche per la storia dell'Alto Lazio Collana: "Nuova ricerca"
Il futuro, la spazzatura e i rifiuti
(A cura di Luciano Osbat)
Se non eliminiamo la spazzatura, riducendo e riciclando i rifiuti, non avremo futuro
Prima parte: Dalla eliminazione della spazzatura alla raccolta differenziata dei rifiuti
E' dal 2008 che in provincia di Viterbo la campagna per la raccolta differenziata dei rifiuti ha co-minciato a fare passi avanti significativi. Sono stati collocati i cassonetti per la raccolta di "Carta" e "Plastica e Metalli", le campane per la raccolta del "Vetro" e i cassonetti per l'"Indifferenziato". Alcuni comuni hanno avviato la raccolta differenziata "Porta a Porta", anche grazie ai contributi stanziati dalla Regione Lazio e distribuiti dalla Provincia di Viterbo.(1) Ma siamo in gravissimo ritardo rispetto a quello che avviene in altre regioni italiane. La testimonianza di questo ritardo e che nel capoluogo, Viterbo, la raccolta differenziata dei rifiuti "Porta a Porta" per le utenze domestiche e cominciata solo il 24 gennaio 2011 e limitatamente al Centro storico della Citta, ad alcune strade di Bagnaia e di San Martino al Cimino.(2)
Questa Prima parte del dossier si propone di informare sul nuovo servizio attivato a Viterbo, di segnalare una serie di questioni aperte nell'organizzazione della raccolta differenziata e di quella "Porta a Porta" in particolare, di richiamare l'attenzione sulla dimensione del fenomeno che la raccolta differenziata intende affrontare, cioe l'enorme crescita della produzione di rifiuti, da noi come in tutti i paesi sviluppati e le importanti conseguenze sul piano finanziario e su quello della salute che vi sono collegate.
1. Perche produciamo tanta spazzatura?
Cominciamo anzi proprio da questo fenomeno: il mondo sviluppato si sta riempiendo di spazzatura e il problema del suo smaltimento finisce per interessare anche le aree del mondo meno sviluppato perche noi, i paesi civili, le utilizziamo spesso (quelle aree) come discariche per quei rifiuti che noi abbiamo prodotto ma che non vogliamo tenerci in casa o che non vogliamo smaltire perchè il processo e troppo costoso.
Sembra che la crescita del benessere si accompagni ovunque alla crescita della produzione di spazzatura e quest'ultima sia direttamente collegata con l'¡nquinamento dell'aria e del suolo che lo smaltimento della spazzatura puo provocare. Ma questo processo, questa successione di benessere-spazzatura-inquinamento e una conseguenza inevitabile? E' un processo che non ha altre soluzioni? Come mai il benessere si accompagna alla produzione di spazzatura? E quanti rifiuti produciamo?
Il benessere significa, per la gran parte di noi, mangiare di piu e mangiare meglio, vestirsi con maggiore scelta, usare mezzi di locomozione privata (l'auto) o pubblica (autobus, treni, metropolitane, aerei), avere bisogno di energia per il riscaldamento, per l'illuminazione, per le attivita economiche, chiedere strade piu comode e ferrovie piu veloci. E tutto questo provoca una crescita esponenziale della spazzatura. Sia di quella legata all'alimentazione che di quella legata all'abbigliamento, agli spostamenti, all'attivita di lavoro.
Siamo andati avanti per diversi decenni senza affrontare in maniera organica il problema e ora ci troviamo periodicamente con la spazzatura che ci sommerge (e non solo a Napoli!), con l'inquinamento dell'aria che raggiunge livelli pericolosi per la salute nelle città (quando e dove viene misurato!), con l'inquinamento del suolo che provoca la presenza nella terra e nell'acqua di sostanze altamente nocive (vedi il caso dell'arsenico, in particolare nei comuni del Viterbese).
I dati piu recenti dicono che in Italia ogni cittadino (da 0 a 110 anni) produce una media di 600 chilogrammi di spazzatura l'anno, circa due chili al giorno. Quella che noi chiamiamo spazzatura, nel linguaggio tecnico e detta "Rifiuti Solidi Urbani¨ (RSU): e quella prodotta dalle abitazioni private e quella prodotta dagli esercizi commerciali o comunque assimilabile a quella dei privati. Possiamo dire che quando la spazzatura comincia ad essere classificata, suddivisa e raccolta separatamente diviene "Rifiuto". La spazzatura puo essere solo buttata. Il rifiuto invece ha la caratteristica di poter essere raccolto e riciclato o riutilizzato per la massima parte. Ci sono in Italia regioni e citta piu virtuose e regioni e citta piu devastate dai rifiuti (si tenga conto che i calcoli vengono fatti sui rifiuti raccolti regolarmente e portati alle discariche dove sono pesati, non su quelli buttati illegalmente!).
Viterbo, secondo il recente rapporto redatto da Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 Ore, si colloca in una posizione mediana tra le piccole citta (quelle con meno di 80.000 abitanti): nel 2010 risultano prodotti a Viterbo 538 chilogrammi di rifiuti solidi urbani pro-capite che la piazzano lontana da Belluno (404 chilogrammi) ma anche da Frosinone (623) e soprattutto da Siena (752) e da Massa (880 chilogrammi).(3) I dati forniti dalla Provincia di Viterbo, che si arrestano al 2007, dicono che nel passato decennio in tutta la Provincia la produzione di Rifiuti Solidi Urbani e andata crescendo ovunque (con le eccezioni di Acquapendente, Monterosi e Pianzano) e che a Viterbo e leggermente scesa tra il 2005 e il 2007, passando comunque nell'intero periodo da 433 kg. per persona a 449 kg. per persona.(4)
Sarebbe necessario avere alla fine di ogni anno i dati relativi alla quantita di rifiuti prodotti per abitante per poter verificare l'efficacia degli interventi che via via si realizzano! E' da dubitare che ci siano significativi cambiamenti perche nel frattempo le nostre abitudini legate alla produzione di rifiuti non sono cambiate. Quello che sara certamente mutato e la percentuale dei rifiuti oggetto di raccolta differenziata che nel 2010, a Viterbo, rappresentava solo il 10,9% del totale:(5) cioe su 538 chilogrammi prodotti, meno di 60 circa finivano per poter essere riciclati, tutti gli altri finivano nelle discariche degli "Indifferenziati".
Ma in attesa di vedere pienamente funzionante la raccolta differenziata a Viterbo (e non solo nel Centro storico!) dobbiamo convincerci che la crescita nella produzione dei rifiuti non è una scelta obbligata. La Unione Europea sta lavorando da anni su questo fronte per convincere gli europei che quella dei rifiuti è una guerra che si deve vincere.(6) La Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (una delle tante iniziative della UE; la terza edizione si e svolta dal 19 al 27 novembre 2011 ma a Viterbo e in provincia nessuno ne ha parlato), tende a questo: sensibilizzare tutti i cittadini europei al fine di
promuovere azioni per una riduzione dei rifiuti in tutta Europa;
accrescere la consapevolezza sulle possibili strategie di riduzione e sulle politiche europee e nazionali in materia ambientale;
porre in evidenza esempi virtuosi di riduzione dei rifiuti;
sottolineare le connessioni esistenti tra riduzione dei rifiuti, sviluppo sostenibile e lotta contro i cambiamenti climatici.(7)
Il primo obiettivo e quindi quello di diminuire la produzione di rifiuti. Ed è un problema che non possiamo risolvere da soli: ci deve essere il coinvolgimento di tutte le famiglie, delle scuole (bisogna cominciare anche da li oltre che dalle famiglie), delle autorità pubbliche, delle associazioni dei commercianti, delle industrie (soprattutto quelle attive nel settore dei prodotti alimentari e dell'abbigliamento), della grande distribuzione, delle aziende sanitarie locali, delle autorita di vigilanza, dei mezzi di comunicazione e di informazione di massa. Ci deve essere una massiccia campagna di educazione alla riduzione e al trattamento dei rifiuti perche per cinquant'anni siamo andati avanti come se il problema non esistesse.
Le attività possibili per ottenere una riduzione nella produzione di rifiuti sono molto numerose. A scuola, negli uffici, nelle imprese questo significa, per esempio, ridurre il consumo di carta (riciclare la carta gia usata, trasferire su file quello che prima si produceva su carta, passare dai libri agli e-book, diffondere l'uso dei computer per sostituire quaderni, fascicoli, fogli, etc). Nei negozi questo significa usare di meno imballaggi e scatole e attingere di piu a depositi di materiale. Come si fa per la frutta, per il pane, per i salumi e per i formaggi si puo fare per la pasta, per i biscotti e affini, per gli yogurt, per il vino, per il latte, per lo zucchero, il sale, l'olio, l'aceto, i detersivi, etc.
Quello che si deve usare e che diviene rifiuto puo in molti casi essere riciclato: il vetro, l'alluminio, la plastica, la carta sono gli esempi più frequenti. Ma ce ne sono anche altri. La collaborazione delle imprese produttrici deve essere sollecitato soprattutto nella eliminazione degli imballaggi superflui (le scatole nei dentifrici, nei saponi, nei cosmetici, nelle scarpe, ad esempio). Quello delle scatole che contengono le scarpe e uno degli esempi piu chiari : dentro le scatole le scarpe ci stanno solo per il tragitto dal negozio a casa : non servivano prima e non serviranno dopo. Ma quanti milioni di scatole da scarpe vengono prodotte ogni anno per una funzione cosi inutile ?
La riduzione dei rifiuti alleggerisce la quantita di rifiuti indifferenziati che deve essere trattata e, se la raccolta differenziata funziona, consente di riutilizzare gran parte del materiale che è stato selezionato e avviato agli impianti. Complessivamente si riducono le conseguenze dovute allo smaltimento dei rifiuti sull'inquinamento (sia atmosferico che del suolo). Perchè questo non va mai dimenticato: meno rifiuti da smaltire, meno inquinamento! La cosa è piu chiara quando si parla di macchine: meno macchine in circolazione, aria piu pulita. Ma il discorso vale in maniera identica per i rifiuti: meno rifiuti da smaltire, meno inquinamento dell'aria e del suolo.
Quando la raccolta differenziata non funziona, si deve affrontare il drammatico problema della localizzazione delle discariche e del trattamento dei rifiuti indifferenziati. Dove sono le discariche nel Lazio ? E i comuni della provincia di Viterbo dove vanno a scaricare ? Nel Lazio nord attualmente le discariche in funzione sono tre : a Cupinoro, nel Comune di Bracciano, a Civitavecchia, e a Le Fornaci-Monterazzano, nel Comune di Viterbo. In queste tre discariche conferiscono i rifiuti tutti i comuni del Viterbese. Tutte tre le discariche citate sono prossime al riempimento e oggi il grosso problema e trovare nuovi siti. Se poi si considera che anche Malagrotta, la megadiscarica di Roma, è prossima alla saturazione e che Roma è alla ricerca del nuovo luogo dove andare a scaricare le sue tonnellate di rifiuti giornalieri, allora si capisce come il problema delle discariche sia drammatico e fonte di divisioni e di contrasti tra i comuni e le popolazioni (nessuno vuole la spazzatura degli altri ma nemmeno vorrebbe occuparsi della sua !). E' un problema che si affronta decisamente in primo luogo solo con la raccolta differenziata, che fa diminuire drasticamente la necessita di grandi localizzazioni per i rifiuti indifferenziati e il loro trattamento. E poi con una decisa diminuzione della produzione della spazzatura, cioe con una radicale trasformazione nel confezionamento dei prodotti che acquistiamo che riduca all'origine l'accumulo di rifiuti e con una adeguata stagione di informazione-formazione di tutti i produttori di rifiuti, noi compresi.
Ma di questo parleremo in un futuro dossier. Torniamo ora alla raccolta "Porta a Porta" e ai suoi problemi a Viterbo.
2. La raccolta differenziata a Viterbo.
Questo e in breve il contesto all'interno del quale ci muoviamo. Vediamo ora piu da vicino come sta funzionando la raccolta differenziata a Viterbo-Centro e in alcune frazioni e quali problemi emergono. Problemi, si puo aggiungere, che sono comuni a molti luoghi dove la raccolta differenziata "Porta a Porta" è gia stata avviata.
Al momento dell'avvio della sperimentazione della raccolta differenziata "Porta a Porta" a Viterbo sono stati distribuiti ¡ carrellati, mastelli e sacchetti di carta per la raccolta di "Carta e cartone" (il martedi), di "Plastica e metalli¡" (il giovedi), di "Vetro" (il venerdi) mentre negli altri giorni (lunedi, mercoledi e sabato) sarebbe avvenuta la raccolta dei "Rifiuti indifferenziati" in sacchetti che ciascun nucleo familiare avrebbe acquistato per conto proprio. Per quanto riguarda i "Rifiuti ingombranti" e stato messo a disposizione dei cittadini un numero di telefono per organizzare la raccolta al domicilio del richiedente. L'alternativa era quella di trasportare i rifiuti ingombranti direttamente ai due depositi chiamati "Ecocentro Volpara" sulla Cassia sud, ed "Ecocentro Grotte S. Stefano" vicino all'omonima località.
In occasione dell'avvio del servizio di raccolta differenziata è stato distribuito un depliant nel quale si precisava in maniera sommaria cosa comprendere nelle diverse categorie di "Plastica e metalli" (alle voci "Plastica, acciaio, alluminio"), di "Vetro" e di "Carta e cartone". Per ciascuna categoria era anche indicato un elenco di "Cosa non differenziare", cioe quali oggetti per ciascuna categoria non dovevano essere compresi tra i rifiuti (come i bicchieri e piatti in plastica, i giocattoli in plastica, i vasi in plastica per le piante, le cassette in plastica per la frutta per la voce plastica; i vetri delle finestre e le lampadine per la categoria vetro; la carta sporca di colla o di olio o di unto, per la categoria carta). In Appendice a questo dossier si trova ora l'elenco degli oggetti che sono specifici di ciascun settore, secondo le indicazioni date dal Comune di Viterbo, cioe cosa deve essere compreso nella "Carta", ecc.
La raccolta differenziata "Porta a Porta" a Viterbo, da quel 24 gennaio 2011, è avvenuta nei giorni indicati, tra le ore 6 e le ore 8 del mattino: nelle stesse ore ciascun utente del servizio doveva provvedere a collocare carrello, mastello o sacchetto davanti la porta (se di abitazione singola) o il portone (se di condominio) e riprenderlo dopo che il servizio era stato eseguito.
Nei giorni immediatamente successivi al 24 gennaio 2011 è apparso in diversi luoghi della Citta e delle frazioni un cartello che ribadiva che era "VIETATO conferire i rifiuti sul suolo pubblico" al di fuori dell'orario di raccolta e che ai violatori sarebbe stata applicata una sanzione da Euro 25 a Euro 500. Per quello che si è potuto vedere, controlli frequenti sul conferimento dei rifiuti (come sarebbe stato necessario almeno nella prima fase!) e applicazioni della sanzione a coloro che trasgredivano, non sono avvenuti, come del resto è frequente nel nostro Paese dove siamo capaci di fare buone e qualche volta ottime leggi ma non siamo poi capaci di effettuare i controlli sulla loro corretta applicazione. E d'altra parte come sarebbe stato possibile contestare a chi aveva deposto un contenitore fuori orario se non cogliendolo sul fatto?
A partire dalla fine di gennaio 2011 negli orari indicati, per il Centro storico e per alcune strade delle frazioni, la raccolta differenziata è avvenuta ogni giorno (in alcune occasioni anche nei giorni festivi). I carrellati talvolta sono rimasti fuori dai portoni a lungo, come pure i mastelli (e in alcuni casi i carrellati sono rimasti definitivamente sulla strada quasi a sostituire i cassonetti mentre dovevano apparire solo negli orari della raccolta e per il resto del tempo rimanere dentro i cortili o i portoni dei palazzi e dei condomini). I furgoncini leggeri hanno girato per le vie del Centro storico raccogliendo i rifiuti e poi hanno raggiunto le piazzole dove il loro carico e stato riversato in camion-raccoglitori che a loro volta hanno provveduto a trasferire i rifiuti differenziati nelle diverse discariche attrezzate (a "Le Fornaci" per l'indistinto, a "Casale Bussi" per il materiale selezionato). Alla fine dell'anno, quando si potranno leggere i dati relativi al Comune di Viterbo, si dovrebbe constatare che la percentuale della raccolta differenziata è cresciuta, anche se rimarra certamente molto lontana da quel 65% stabilito dalla legge nazionale per la fine del 2012.(8)
Accanto agli aspetti positivi della raccolta differenziata, sono evidenti anche le cose che non hanno funzionato. In primo luogo è mancata una informazione e una educazione alla selezione e allo scarto dei rifiuti. Se i vigili urbani facessero un giorno il controllo di carrellati, mastelli e sacchetti per verificare se abbiamo scartato in maniera corretta, eleverebbero molte piu multe di quante non ne facciano in una settimana ai veicoli! E questo non per cattiva volonta dei cittadini ma per scarsa informazione da parte dell'ente preposto. Troppo esigua l'informazione al momento dell'avvio della raccolta e nulla successivamente se non quelle indicazioni date attraverso il sito del CEV (Centro Energia Viterbo spa) che presupponevano una capacita di interrogazione della rete Internet da parte dei cittadini che non esiste. Quell'elenco che trovate ora in Appendice (che il Comune di Viterbo avra copiato da qualche altro comune) è conosciuto da pochissime persone ed e poi di fatto inutile dato che non esistono i controlli.
Questa mancanza di informazione ha prodotto, come conseguenza, che ciascuno si è regolato sulla base di quello che sapeva e che aveva sentito dire dai vicini. E quindi sono stati scartati rifiuti in giorni diversi da quelli giusti e sono stati state comprese cose che dovevano essere invece escluse. Con tutto cio, per le utenze domestiche, si puo dire che il sistema ha complessivamente cominciato a funzionare. Non si puo dire lo stesso per quelli degli esercizi commerciali: spesso i loro rifiuti sono rimasti in esposizione per molte ore, altre volte ingombrando la sede stradale e offrendo ai visitatori una immagine non solo non pulita ma spesso molto disordinata e sporca del Centro storico.
Se si confrontano le disposizioni che regolano il funzionamento della raccolta differenziata a Viterbo con quelle applicate negli altri comuni della Tuscia, salta subito all'occhio che a Viterbo non si separa dagli "Indifferenziati" quello che altrove viene definito "Umido" o "Organico". Sono così definiti quei rifiuti domestici che sono biodegradabili, come gli avanzi crudi o cotti di carne e pesce, pane, salumi, formaggi, fondi di caffe, filtri di te, scarti di frutta e verdura, gusci delle uova, pasta, riso e farina, fiori recisi. Questo "Umido" è esso la prima componente dei rifiuti (tra il 25-30%) e nelle discariche genera il cosiddetto biogas (dal quale si ricava il metano) e il percolato cioè il liquido che finisce sul fondo della discarica e che deve essere incanalato verso punti di raccolta e portato ad impianti di depurazione per evitare che inquini il sottosuolo. In alcuni comuni si invitano i cittadini a trattare per conto proprio questo "Umido" attraverso impianti di compostaggio domestico per utilizzare il derivato come fertilizzante in giardino o nell'orto: ma questo vale solo per quelle famiglie che possiedono della terra sulla quale utilizzare tale fertilizzante naturale.(9)
Quello che manca come informazione ai cittadini riguarda, ad esempio, quali siano le conseguenze della raccolta differenziata una volta che è stata avviata: quanti quintali di carta, di plastica, di alluminio, di vetro sono stati così recuperati e che cose ne è venuto alla collettivita da questi recuperi? Sarebbe pure importante capire perche, ai cittadini che attuano la raccolta differenziata, non viene riconosciuto un "bonus" sulle bollette relative ai rifiuti, dato che alla fine essi consentono al Comune di risparmiare sul costo del trattamento dei rifiuti indifferenziati nelle discariche. E viene da chiedersi ancora: cosa succederà ora che il CEV è stato messo in liquidazione e che si avvia alla chiusura? E' perche qui il CEV fallisce mentre in altre citta le societa che si occupano della raccolta differenziata e della gestione dei rifiuti fanno barche di soldi? E infine, quando si passerà alla raccolta differenziata in tutto il territorio comunale per potere avvicinare quel 65% di rifiuti differenziati che la legge impone agli enti locali? Sono domande che i cittadini hanno il diritto e il dovere di fare agli amministratori locali e sulle quali sarebbe bene avere delle risposte.
Nella prossima puntata di questo dossier ci sara un confronto con quello che avviene in altre città italiane ed europee, per capire se e come possiamo migliorare i nostri servizi imparando da quello che hanno fatto gli altri prima di noi e come possiamo arrivare a ridurre la produzione di rifiuti e a trarre anche vantaggi economici e sociali da tale riduzione.
Ecco intanto qualche indicazione per approfondire gli argomenti trattati. Dal punto di vista normativo sarebbe importante vedere:
- D. Lgs. n. 22 del 5 settembre 1997 - Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio;
- L. R. n. 27 del 9 luglio 1998 - Disciplina regionale per la gestione dei rifiuti;
- D. Lgs 152/2006 - Norme in materia ambientale.
In Internet si trova una marea di informazioni sul tema della raccolta e del trattamento dei rifiuti. Segnalo in particolare il sito dell'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca am-bientale); vedi http://www.isprambiente.gov.it/site/it-IT/ nel quale ogni anno viene pubblicato un quadro completo sul ciclo di gestione dei rifiuti in Italia, dalla fase di raccolta allo smaltimento, sia per i rifiuti urbani sia per quelli speciali.
E' possibile effettuare il download di tutte le pubblicazioni dell'Istituto presenti sul sito. E' altresi possibile richiedere le pubblicazioni in formato cartaceo al settore editoria dell'ISPRA inviando una e-mail a: infopubblicazioni@isprambiente.it , indicando: nome, cognome, indirizzo completo e numero di telefono. E segnalo ancora il sito di Legambiente (http://www.legambiente.it/temi/rifiuti) che contiene dossier e rapporti sulla situazione in Italia.
Per coloro che non amano il computer segnalo:
"Produrre meno rifiuti: politiche e buone pratiche per la riduzione dei rifiuti", a cura di Emanuele Burgin e Pinuccia Montanari, Milano 2009
"Zero rifiuti: manuale di pratiche individuali e collettive per prevenire i rifiuti, cambiare la propria vita e l'economia", a cura di Marinella Correggia, Milano, 2011.
Note
1. Nel 2008 un bando della Provincia di Viterbo ha distribuito i primi finanziamenti ai Comuni che si impegnavano ad incrementare la raccolta differenziata e la raccolta differenziata "Porta a Porta": si vedano ad esempio le Determine 63/41/G del 10/11/2008 e 63/207/I del 15/12/2008.
2. Cioè per meno di un settimo della popolazione del Comune.
3. Ecosistema Urbano 2011 - XVIII Rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia in http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/ecosistema-urbano-xviii-edizione-0 La spiegazione delle cifre relative a Siena e a Massa può essere letta anche nel senso che in quelle città tutti i rifiuti solidi urbani sono smaltiti legalmente: non vi sono discariche abusive nei dintorni della città come accade spesso da noi.
4. Amministrazione provinciale di Viterbo, Assessorato all’ambiente, Rapporto sullo stato dell’ambiente 2008:in http://www.provincia.viterbo.it/agenda21/Indice_Rapp2008.asp
5. La fonte è il XVIII Rapporto di Legambiente sopra citato. Viterbo nel 2010 era al 39° posto sulle 45 piccole città considerate in quella classifica. La legge del 2006 che disciplina la materia fissava per il 2012, a livello nazionale, una raccolta differenziata che doveva arrivare al 65% del totale dei Rifiuti Solidi Urbani prodotti.
6. Si veda a proposito quanto è stato scritto e le decisioni che sono state prese dalla Commissione: http://europa.eu/legislation_summaries/environment/waste_management/ev0010_it.htm.
7. http://www.ewwr.eu/; in Italiano si veda http://www.ecodallecitta.it/menorifiuti/.
8. La popolazione del Comune di Viterbo era, all’inizio del 2011, di 63.597 abitanti (dati ISTAT) ma di questi, solo 9000 circa erano residenti dentro il Centro storico e nelle frazioni servite dalla raccolta differenziata. Sarà possibile migliorare sensibilmente le percentuali quando la raccolta differenziata sarà estesa a tutta la popolazione del Comune.
9 I comuni vicini a Viterbo come Soriano nel Cimino, Canepina, Capranica distinguono gli "Indifferenziati" dall'"Umido o organico".
Appendice
informazioni sulla raccolta porta a porta si trovano nel sito :
http://www.cevspa.it/raccolta_differenziata_porta_porta.php
Un elenco complessivo dei materiali da differenziare sta anche qui