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Le missioni popolari nell'Alto Lazio
L'incontro che si è svolto lo scorso venerdì 20 gennaio 2012 presso il Palazzo papale di Viterbo ha messo in evidenza un interessante studio presentato dal prof. Luciano Osbat (direttore scientifico del Cedido) sul modo in cui per secoli Cappuccini, Gesuiti, Lazzaristi, Passionisti e Redentoristi si sono dedicati a predicazioni straordinarie nei nostri paesi finalizzate a risvegliare la fede e ad avvicinare alle pratiche religiose tutta la popolazione.
In epoca moderna, prima della nascita dei seminari, i parroci non erano in grado di istruire il popolo loro affidato, insegnare i precetti della Chiesa e far conoscere la Bibbia. Accoglievano così i predicatori che, seguendo regole e orari precisi, avvicinavano la popolazione alla parola di Dio e alla vita sacramentale. Con la nascita dei seminari, tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento, cresce l'istruzione del clero ma sono ancora molti i vescovi che fanno ricorso alle "missioni" per suscitare nuovo entusiasmo religioso.
Anche le Diocesi dell'Alto Lazio fanno di frequente ricorso alle missioni popolari. Nel territorio dell'Agro Romano - dove i luoghi abitati sono pochi - i casali e le rocche sono popolati da lavoratori stagionali che provengono da luoghi lontani, si fermano per alcuni mesi per ripartire alla fine del lavoro. E' in questi territori che le predicazioni straordinarie - che vanno oltre il lavoro dei parroci - ricoprono un ruolo fondamentale nell'insegnamento della religione cattolica.
Lo studio presentato dal prof. Osbat ha documentato, in epoca moderna, il rilevante numero di missioni popolari, concentrate soprattutto nella Diocesi di Porto e Santa Rufina, e l'influenza che hanno avuto in una tutte le Diocesi dell'Alto Lazio, Viterbo compresa.
L'opera dei missionari ha portato, col tempo, alla creazione delle Congregazioni di Carità, istituite per continuare il compito che i predicatori avevano avviato nel loro accurato lavoro di catechesi, ed ha lasciato segni ancora tangibili della sua presenza, tra i quali le grandi croci che, ancora oggi, identificano i luoghi dove è stata portata la predicazione fino ad anni recenti.
Gli studi presentati in occasione di questo incontro saranno pubblicati in uno dei prossimi "Quaderni" che periodicamente il centro diocesano di documentazione realizza.
(a cura di Elisa Angelone) ......