giardini - CEDIDO Viterbo

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Incontri e Mostre

Incontri a Palazzo Papale
I giardini negli archivi
(Sofia Varoli Piazza)

La storia dei giardini è negli archivi quando si devono ricostruire le vicende che hanno riguardato i committenti, gli esecutori, i curatori, i restauratori e infine i fruitori. ......................... locandina

Giardino, Barchetto e Barco della Rocca Ruspoli a Vignanello
                   Sofia Varoli Piazza                        


Il Giardino del Castello Ruspoli di Vignanello, si può considerare un raro modello di giardino italiano arrivato quai integro fino a noi, situato in un'area come quella viterbese di particolare rilievo paesaggistico.
I motivi della sua unicità sono i seguenti:
La particolare situazione della proprietà, che, essendo rimasta in mano privata e, per di più, della stessa famiglia, alla quale si riferisce il primo impianto del giardino, non ha subito manomissioni di sorta, se non quelli compatibili con l'evoluzione stessa dei tempi, del gusto e dell'uso, che fanno parte della storia e della struttura stessa di ogni complesso.
La tipicità di giardino italiano tra XVI e XVII secolo, che, essendo stato oggetto di interventi architettonici e scultorei non paragonabili a quelli della committenza più illustre nello stesso territorio (Caprarola, Bagnaia, Bomarzo, Bassano di Sutri), ha mantenuto un carattere, per così dire, famigliare, nel quale si distinguono comunque gli elementi peculiari dei giardini coevi.
L'impianto del Giardino, in relazione al Borgo-Castello, da un lato, e con al Barco-Parco dall'altro, in continuità con il paesaggio e con le proprietà agricole e boschive del feudo, impianto dovuto all'evoluzione della storia e dell'architettura stessa dei Palazzi e delle Ville tra XVI e XVII secolo e alla particolare morfologia dei luoghi in ambiente viterbese: il giardino era progettato anche metaforicamente, come cerniera tra il costruito e la campagna, tra il 'domestico' e il 'selvatico'.
Gli elementi del giardino sono tutti presenti nell'esempio di Vignanello: sia quelli vegetali che quelli lapidei, che quelli occorrenti per l'impianto idraulico delle fontane, insieme alle strutture e agli arredi legati alle funzioni del giardino.
Dall'inventario delle proprità appartenenti al feudo di Vignanello, redatto nel 1656, risulta chiaramente l'articolazione tradizionale del complesso, dai giardini al barco, che facevano capo al Palazzo della Rocca : il Giardino con Peschiera, Fontana, Uccelliera, e Gioco della Palla a corda, il Giardinetto segreto con i suoi giochi d'acqua, il Barchetto con Peschiera, Fontane e Rimessa e, in continuità con questo, il Barco grande con il ‘peschierone’ e gli animali, circondato anch'esso da muro, che arrivava fino al Castagneto di Monte Sforza.
La costruzione del giardino di Vignanello sulla dorsale del promontorio, ha comportato certamente lavori di spianamento, per quanto riguardava il piano delle aiuole, sul lato tergale della Rocca; il Giardino segreto si trovava e si trova ancora ad un livello più basso, opportunamente esposto a mezzogiorno, mentre il Barchetto ed il Barco, ad andamento più irregolare, accompagnando la morfologia del territorio, si trovavano in direzione di Monte Sforza e di S.Lucia a sud-est della Rocca, e la tenuta della Marescotta occupava le terre a nord- est, in diretta continuità con il Giardino.
La "prima feudataria di Vignanello " fu Beatrice Farnese, figlia di Pier Bertoldo del ramo di Latera ; il fratello di Beatrice, Galeazzo Farnese era il padre di Giulia, che andrà sposa a Vicino Orsini, il creatore del Sacro Bosco di Bomarzo. Dal matrimonio tra Giulia e Vicino, nascerà Ottavia, che, sposando nel 1574 Marcantonio Marescotti, diventerà alla tragica morte del marito nel 1608, nuova feudataria di Vignanello, sostenendo le veci dei giovani figli Sforza Vicino e Galeazzo.
La data che fa supporre la sicura presenza del giardino, nel luogo attuale, (anche se si presume un impianto più antico), è la targa sul portale del Palazzo, inserita in occasione della costruzione del ponte che conduce appunto al giardino, dal lato orientale della Rocca, realizzato da Ottavia nel 1611 : OCTAVIA VRSINA PRO / SFORTIA VICINO ET / GALEATIO MARESCOTIS / FILIBVS COMITIBVS IVLIA /NELLI ET PARRANI I6XI.
Gli elementi del giardino: nel 1656 si fa chiaramente riferimento al Giardino, al Giardinetto segreto, al Barchetto e al Barco, che completano la tipologia del complesso.
Nello stesso anno viene ricordato il "Giardinetto segreto dove sono diversi vasi di agrumi e di basilico".
Nel 1681-1682 dagli inventari dei beni e dell'eredità del Conte Sforza Marescotti si fa di nuovo riferimento al Giardino, chiamato anche "Giardino di verdura", al Gioco della Palla a corda, all'Uccelliera, alla Palombaia, al Giardino segreto, al Barchetto, al Barco, alle fontane e alle peschiere .
Un documento che fa chiarezza sul complesso del Giardino, Giardinetto segreto, Barchetto, Barco e Villa della Marescotta, appartenenti alla Rocca di Vignanello, e sulla loro collocazione rispetto alla Rocca, è quello del 1683, che riporta la pianta e la descrizione dei condotti dell'acqua.
Il complesso Borgo-Palazzo e Giardino-Frutteto-Parco di Vignanello, allungato su una dorsale tufacea, alle falde orientali dei Cimini, è infatti il risultato di un sistema insediativo, che si ritrova in altri Centri storici del Viterbese.
I tipi e le tecniche di coltivazione che si possono dedurre dagli strumenti utilizzati, elencati nell'inventario del Giardino e del Barchetto, ad esso attiguo, eseguito negli anni 1681-1682, fanno riferimento alla presenza delle spalliere, che dovevano essere già alte, se era necessario per eseguirne la potatura periodica, usare "scale doppie".
Il disegno del giardino "di verdura" di Vignanello, diviso in dodici scomparti è composto da siepi miste formate da alloro (Laurus nobilis ), lauroceraso (Prunus laurocerasus), viburno tino o lentaggine (Viburnum tinus ) e bosso (Buxus sempervirens ), e da siepi di bosso più basse, per i disegni all'interno dei riquadri, comprese le iniziali di Ottavia Orsini e dei figli Sforza e Galeazzo, nelle aiuole centrali, sotto le finestre del Castello.
Siepi di bosso definivano anche gli scomparti del Frutteto, che si trovava nella tenuta della Marescotta, in diretta continuità con
il giardino, un sistema quello dell'orto-frutteto-giardino corrispondente ai giardini di più antica data.
Lauroceraso, viburno, alloro e bosso, erano già usati, sia per le siepi che per le spalliere, nei giardini dei secoli XVI e XVII .
I vasi non mancavano nel giardino di Vignanello, se ne contavano più di sessanta: "Nell'entrare sopra il Ponte vi sono vasi grandi con sue arme, numero quattordici", leggiamo nell'inventario del 1681, e ancora "dodici vasi grandi d'agrumi nelli quali vi sono le sue piante", e "vasi tra grandi e piccoli numero quarantuno", oltre "diversi vasi di agrumi e di basilico", come si è già detto, nel Giardino segreto; altri elementi di arredo erano i numerosi "scabelli di peperino", sia nel Giardino, che nel barchetto e nel Barco.
Dall'inventario del 1681-1682, risulta che nella stanza sotto l'Uccelliera si trovavano 17 "telai da graticci da coprire agrumi" e "graticci per coprire agrumi", in numero di 26.
Ancora oggi il ricovero dei vasi d'agrumi, che vengono "alloggiati", durante la buona stagione, agli angoli dei riquadri, viene fatta, con ripari provvisori, dalla metà di novembre fino a marzo, e, secondo un'antica consuetudine, si procede a riscaldare l'ambiente, nelle notti più fredde.
In continuità con il Barchetto, ma separato da un muro, si entrava per un portone nel Barco che seguiva l'andamento irregolare del terreno verso il fosso: era attraversato da un viale, che terminava con un portone verso Monte Sforza, mentre altri portoni si trovavano in corrispondenza della valle e di S.Lucia.
Il paesaggio agrario di Vignanello è anch'esso connaturato al Borgo, al Castello e al Giardino.
L'analisi delle attività colturali, sia agricole che boschive, da condurre attraverso la comparazione dei dati catastali e lo spoglio degli antichi documenti cartografici, completerebbe la ricognizione del territorio.
Questo ha subito molte trasformazioni, tra le quali la costruzione della ferrovia che ha tagliato la continuità delle proprietà che comprendevano il Barchetto e il Barco.
Le diverse vocazioni colturali, tra seminativi, seminativi arborati, colture arborate, prati-pascoli e boschi, caratterizzavano quel paesaggio agrario, rappresentativo anche qui, dei Centri Storici di ambiente collinare.
La mappa delle zone coltivate, dei pascoli e dei boschi, le ripide pendici dei fossi con la loro vegetazione naturale, i massi affioranti, la rete dei percorsi, i borghi sparsi, i casolari isolati, le fonti ancora esistenti, i toponimi in uso, fanno parte della storia di Vignanello, del Castello e del Giardino e sono parte viva del Paesaggio. La valorizzazione di questi luoghi dovrebbe comunque avvenire insieme alla gente che ancora vi abita, i testimoni diretti e i primi custodi del loro territorio e di tutto quello che i dati di ricerca non potranno mai soddisfare.

Le fonti archivistiche provengono dal Fondo Ruspali presso l’A.S.V.
Il saggio, in forma più estesa, è stato pubblicato in forma più estesa in :
SOFIA VAROLI PIAZZA, Giardino, Barchetto e Barco della Rocca Ruspoli a Vignanello, in “La dimensione europea dei Farnese”, Bulletin de l'Institut historique Belgique de Rome, LXII/1993

 
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