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arredi liturgici

"Incontri a Palazzo Papale" - 16 marzo 2012


Lo scorso venerdì 16 marzo  si è svolto il terzo "Incontro a Palazzo Papale" di quest'anno sul tema :

"Vesti e arredi liturgici. Un patrimonio da salvare e valorizzare".

Barbara De Dominicis, titolare della società "Tessili antichi" con sede a Viterbo e con attività di restauro e di valorizzazione svolta in tutt'Italia,  ha parlato di uno degli ultimi interventi di restauro svolti a Viterbo (per conto del "Museo Colle del Duomo") e da quel lavoro ha preso le mosse per una ampia presentazione delle tipologie, delle funzioni (quella pratica, quella etica, quella decorativa e quella simbolica) e dei significati  delle vesti e degli arredi nella Liturgia.
Con preparazione e accuratezza, la relatrice ha illustrato come e da chi le diverse vesti venivano indossate e ha parlato del  messaggio che quegli indumenti volevano trasmettere. Dal tempo dell'imperatore Costantino - che conferisce alle cariche religiose le insegne prima destinate solo alle cariche civili - attraverso i cambiamenti portati dalla caduta dell'Impero romano e dalle invasioni barbariche, sono stati descritti  i cambiamenti che le vesti civili finiscono per avere attraverso le epoche, mentre quelle liturgiche rimanevano identiche fino ad oggi. L'abito che viene indossato prima della Messa, in particolare, ha la funzione di ispirare l'animo del sacerdote perché annulli la sua figura umana e conceda il suo corpo al Signore, ma ha anche il compito di comunicare ai fedeli i tempi liturgici della Chiesa, e lo fa attraverso i colori della casula o pianeta.
L'impegno e la competenza che la relatrice e i suoi collaboratori hanno dedicato negli  anni passati al recupero, alla conservazione, all'allestimento e alla corretta esposizione al pubblico delle vesti liturgiche conservate presso il Museo Colle del Duomo di Viterbo, sono stati all'origine dell'illustrazione che la relatrice  ha fatto, con dettaglio e precisione, a proposito delle tecniche di realizzazione dei tessuti, dei ricami e delle decorazioni di quel patrimonio. Ha poi  indicato l'aspetto figurativo, le valenze simboliche, le regole che hanno disciplinato la creazione e l'utilizzo di questi preziosi manufatti. Le ricerche svolte attraverso i documenti d'archivio conservati presso il Centro Diocesano di documentazione hanno  permesso a queste ricercatrici di datare i manufatti, attribuirli ad una autore o ad un committente, ricostruirne le vicende storiche, i cambiamenti, le modifiche, a ricapitolarne la sostanza e capirne il senso. Un "Incontro" quello che si svolto la scorsa settimana che suscita la speranza che, con nuovo entusiasmo, gli studiosi e gli appassionati si avvicinino agli archivi per trovare in quelle carte la piena valorizzazione del patrimonio storico-artistico che segna la storia della nostra Città e che potrebbe dare anche all'immenso numero di vesti e parati liturgici ancora presente nelle nostre chiese un ruolo importante e diventare un richiamo per gli studiosi e per i turisti.

..(a cura di Luciano Osbat) .....

 
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